Incontro Spiritualità della famiglia

Pubblicato giorno 19 aprile 2021 - in primo piano

scarica PDF ==> Incontro coppie Decanato 17.04.21 – S.Ambrogio con Don Franco Colombini

CHIESA DOMESTICA
Sabato 17 Aprile 2021

Vorrei centrare la mia riflessione sulla famiglia come Chiesa domestica, una piccola Chiesa, la Chiesa che vive nelle nostre case.
A Dio piace il vostro amore, ne è entusiasta. Lo ha voluto Lui. Dietro ogni storia d’amore sta la volontà di Dio, che vi ha creati l’uno per l’altro. Ha guidato i passi di ognuno all’incontro, in quel luogo preciso, dove l’altra persona era lì ad aspettare. Era lì da sempre. Era lì per me. E in quel momento Dio vedeva anche coloro che avrebbe chiamato alla vita nel vostro amore. I figli.
Ha consacrato questo legame, lo ha fatto “sacramento”, luogo della sua presenza. Lo ha assunto per far conoscere al mondo il suo amore. Nel vostro amore si vede Dio. E il suo amore ha avuto il momento più alto nella croce. Nella coppia appare, vive, si manifesta l’amore della croce, fedele, per sempre, fino alla fine.
La famiglia si configura come Chiesa domestica. Dio vive nella vostra carne umana che vivifica, che fa sua e nella quale fa risplendere la sua gloria. La famiglia è una piccola porzione della Chiesa grande. Paolo VI la chiamava “il suo volto ridente”.
Che cosa è la spiritualità? Vivere il “Mistero” (questo mistero), tenerlo vivo, raccontarlo.

1. VIVERE IL MISTERO

Fare le piccole cose, le cose quotidiane, di sempre, con una grande coscienza: sto amando con l’amore Gesù, in quello che sto facendo appare l’amore di Gesù per la mia donna, il mio uomo, i miei figli, per l’umanità (fare bene le cose di sempre, tenere la casa, fare la spesa, cucinare, gli anniversari, le feste, le vacanze, il tempo libero; ma anche il modo di parlare, di gestire altre relazioni, … ): vivere in modo straordinario le cose ordinarie.
Costruire una comunione profonda, che si ingigantisce con il percorso della vita: condividere l’intera esistenza dell’altro, farla propria, assumerla, condividere l’animo dell’altro per essere con lui, con lei, una cosa sola. Una comunione d’amore: persone diverse che si compongono nell’unità di una sola carne, senza disperdersi. E sono felici di essere insieme. La famiglia è un’icona della Trinità: Persone che si amano e sono insieme l’unico Dio (dialogo, l’apertura dell’animo, del cuore, affidarmi, la confidenza, la fiducia, mettersi nel cuore dell’altro/a, consegnarsi all’altro/a, arrendersi ).
La comprensione, il sostegno fino al perdono e alla misericordia. Dice Gesù a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). E ancora: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per messo di Lui” (Gv 3, 17)
Dio ha mandato me accanto a te, per volerti bene, rialzarti, comprenderti, perdonarti, darti forza, vigore, riempirti di vita. Dio ti vuole felice: eccomi sono qui per questo (essere insieme e condividere i momenti della sofferenza, della fragilità, della malattia, del lutto, dell’errore).
Vivete nella gioia e nella pace. Non chiudete mai la giornata da arrabbiati (“Non tramonti mai il sole sopra la vostra ira”: Ef 4, 26). Siate felici. Fate tutto con cuore e con amore.

2. TENERE VIVO IL MISTERO

Come si tiene acceso il fuoco? Mettendo la legna. Come si attiene acceso l’amore? Con l’amore, con Dio che è Amore. La legna, che getto nel fuoco, diventa fuoco. Anche il ferro, il vetro diventano fuoco. Se mi butto in Dio brucio d’amore, divento amore, perché Dio è Amore.
I coniugi ogni giorno celebrano l’Eucaristia nella vita quotidiana: “Prendete e mangiate è il mio corpo”, “Prendete e bevete è il mio sangue”. Vi consegnate la vita, vi donate la vita, ognuno vive della vita dell’altro che riceve in dono. L’Eucaristia della domenica ci consegna la vita di Gesù. Ci riempie di amore per amare. Come lui. Ci fa servi. È una cosa bella celebrarla insieme. Entrare insieme nell’amore di Dio è come “sposarsi” un’altra volta.
Pregate quotidianamente, insieme, in famiglia, alla sera, prima dei pasti. Abituatevi a ringraziare, anche con i figli. La nostra casa è un dono, è un dono per noi, è un dono per voi. Diciamo grazie al Signore che ci ha voluti insieme, ci ha uniti per chiamarvi alla vita e chiediamo scusa se abbiamo mancato in qualcosa che ha offuscato,velato la bellezza di questo dono: impazienza, parole, disobbedienze, pigrizia, omissioni, …
Ho conosciuto in una famiglia una esperienza bella: prima del pranzo o della cena, quando c’erano tutti, leggevano una pagina della Scrittura. Così facevano passare la Bibbia e affrontavano gli eventi, la storia, quotidiana alla luce della Parola, che avevano ascoltato. Capisco che sempre può diventare pesante, però nei momenti forti come l’avvento e la quaresima ci può stare: Giobbe, Ester, Giuditta, Tobia, la Genesi, l’Esodo …
Qualche pellegrinaggio familiare a un santuario, un luogo importante, dove affidarsi a Dio, chiedere a lui l’aiuto, ringraziarlo … . L’ha fatto anche Gesù con Giuseppe e Maria

3. RACCONTARE IL MISTERO

Con la vita di casa, di famiglia, così come l’abbiamo descritta.
In particolare con l’educazione dei figli, che deve avvenire nel rispetto, nella libertà, aiutandoli a decifrare il mistero che Dio ha deposto in loro quando li ha chiamati alla vita, accompagnarli alla maturità della scelta e lasciarli andare.
Trasmettere la fede Ti dono ciò che ha fatto grande e bella la nostra vita: coinvolgendoli , fin quando è possibile, e dando l’esempio.
Tornare a casa presto: vengo perché ci siete voi!
Prendersi cura dei genitori quando diventano anziani e ammalati.
Facendo del bene insieme, sostenendovi in qualche opera di volontariato in parrocchia, nella comunità civile: l’amore è un dono, trabocca, una benedizione, Dio benedice la terra, l’umanità con il nostro amore. Essere aperti alla missione.

4. COME CONCLUSIONE

SAN GIOVANNI PAOLO II
“Famiglia, diventa ciò che sei!”
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO
“Ognuno di voi faccia della propria casa una Chiesa”
TERTULLIANO
“Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio!
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore, senza la minima divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s’inginocchiano e insieme fanno digiuno.
S’istruiscono l’un l’altro, si esortano l’un l’altro, si sostengono a vicenda.
Stanno insieme nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, nella persecuzione, nella gioia.
Non c’è pericolo che si nascondano qualcosa l’un all’altro, che si evitino l’un l’altro, che l’uno all’altro siano di peso.
Là dove sono i due, ivi anche Cristo”.