Sotto il Campanile – 10 Dicembre

Pubblicato giorno 8 dicembre 2017 - NOTIZIARIO

 

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In terra ambrosiana è usanza preparare il PRESEPE e l’albero di Natale per Sant’Ambrogio e l’Immacolata. Ricordo che da bambino lo facevo con una gioia incontenibile. Dopo la scuola, andavo nei campi con i miei compagni a raccogliere il muschio. Cercavo i sassolini bianchi per tratteggiare le strade. Con la legna della stufa costruivo catene di monti sotto il cielo stellato e la grotta nel mezzo. La sabbia creava i deserti, i ramoscelli di pino formavano le oasi, gli specchi diventavano laghetti, la carta argentata del cioccolato si trasformava in sorgenti, dove le pecore andavano a bere. Le statuine di gesso risalivano ai tempi lontani dei nonni. Le deponevo con cura nel presepe, non a caso, ognuna al suo posto, con il proprio mistero. Illuminavo i luoghi più bui. Non mi piaceva lo splendore abbagliante. Preferivo la penombra costellata da piccole luci. Non ho mai deposto Gesù Bambino nella mangiatoia. Lo trovavo al mattino di Natale, quando mi svegliavo in una casa piena di giochi, libri di favole, racconti avvincenti, frutta secca, aranci, vestiti nuovi, che indossavo per la Messa solenne. Vedevo il volto gioioso dei miei genitori, sorpresi quanto me e mio fratello per essere stati visitati da Gesù nel cuore della notte. Indimenticabili giacciono ancora oggi quelle emozioni nel mio cuore! Si ripetono ogni Natale nonostante gli anni, che incominciano ad essere tanti. Alla sera tutta la famiglia pregava davanti al presepe. Io rimanevo a lungo in silenzio, rapito dalla povertà nella quale la grandezza di Dio aveva scelto di nascondersi per farsi vedere. Da un vecchio disco una sommessa ninna nanna natalizia mi prendeva il cuore. Il Virgulto della Radice di Iesse era lì, Sotto il campanile Domenica 10 dicembre 2017 nella mia casa. Allora non lo sapevo. Ma mi incantava. QUEL BAMBINO RENDEVA VISIBILE L’INVISIBILE DIO, gli dava un volto e un cuore di uomo. Era il Creatore dell’universo, venuto ad abitare in mezzo a noi, a farsi mio amico e inseparabile compagno di viaggio. Il suo vagito mi sussurrava parole d’amore ed io presi a seguirlo. Il fascino del Natale rimane irresistibile. Realizza IL SOGNO DI ISAIA: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà” (11, 6). La venuta di Gesù ci rende fratelli. Davanti al mistero sublime di un Dio, che lascia traboccare un amore smisurato, tutti siamo toccati dal desiderio di essere più buoni, sensibili, attenti alle difficoltà di chi soffre. Come i pastori portiamo alla capanna dei poveri quel poco che abbiamo. Ed esplode la gioia. Gesù, fatto grande, dirà alla gente di essere “il pane disceso dal cielo”. E si offrirà come cibo. La rivoluzione dell’amore è iniziata a Betlemme. Domenica prossima 17 Dicembre la nostra parrocchia riceverà in dono la scritta latina del Padiglione Expò della Santa Sede: “NON IN PANE SOLO” (= Non di solo pane). La porterà S.E. Mons. Luigi Stucchi, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Milano. Sarà posta sulla fronte della nuova chiesa S. Gianna a richiamare la straordinaria verità che Gesù è il pane della vita. Nel succedersi dei secoli, dei fatti, delle culture, delle esperienze politiche, Gesù, il Bambino di Betlemme, rimane il Sole della storia, la speranza certa di un mondo migliore. La sua presenza è un terremoto d’amore che scuote la terra. In quella occasione la Cooperativa “BUONI DENTRO” distribuirà il pane fatto nel carcere minorile Beccaria con la farina offerta dal Comune di Milano. Tante mani buone lo hanno preparato. È caldo di amore. In esso batte il cuore dei ragazzi detenuti, di volontari, commercianti, agricoltori, personale penitenziario, autorità civile e giudiziaria, tanta gente che non ha mai smesso di credere nella bontà dell’uomo e scommettere sul suo futuro. E adesso quel pane diventa misericordia.

Con il ricavato aiuteremo le famiglie povere della nostra comunità a vivere un sereno Santo Natale con i propri bambini. “Non di sole pane”. A Natale il Padre ci ha raggiunto in Gesù, il “Verbo fatto carne”. Da allora una speranza immensa vive nei cuori e grida forte: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2, 14).

don Franco Colombini