Sotto il Campanile 11 Novembre 2018

Pubblicato giorno 9 novembre 2018 - NOTIZIARIO

 

 

scarica ==> sotto il campanile 11 novembre 2018

 

Domenica di Cristo Re dell’Universo

11 Novembre 2018

Foglio n. 47 Giornata mondiale dei poveri e della carità

L’Anno Liturgico si chiude con la Festa di Cristo Re dell’universo. Mentre agli occhi degli uomini Gesù appare disprezzato, lasciato solo, tradito, rifiutato, percosso a morte, condannato come un malfattore, la fede ci dice che questo “povero” uomo è il centro del mondo e dell’universo, perché è risorto. Ha vinto la battaglia della storia, orientandola alla vita e al bene. Si è identificato con tutti i disperati della terra, per aprire una nuova strada al riscatto e alla redenzione. La Giornata Mondiale dei Poveri e della Carità di oggi è obbedienza al Vangelo di Gesù. È l’inizio della “civiltà dell’amore”. Per questa occasione Papa Francesco ha scritto un bellissimo Messaggio dal titolo: “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” (Salmo 34, 7).

Lo riportiamo in alcune parti:

 

“Le parole del Salmista diventano anche le nostre nel momento in cui siamo chiamati a incontrare le diverse condizioni di sofferenza ed emarginazione in cui vivono tanti fratelli e sorelle, che siamo abituati a designare con il termine generico di “poveri”. Chi scrive queste parole non è estraneo a questa condizione, al contrario. Egli fa esperienza diretta della povertà e, tuttavia, la trasforma in un canto di lode e di ringraziamento al Signore. Questo salmo permette oggi anche a noi, immersi in tante forme di povertà, di comprendere chi sono i veri poveri verso cui siamo chiamati a rivolgere lo sguardo per ascoltare il loro grido e riconoscere le loro necessità. Ci viene detto, anzitutto, che il Signore ascolta i poveri che gridano a Lui ed è buono con quelli che cercano rifugio in Lui con il cuore spezzato dalla tristezza, dalla solitudine e dall’esclusione. Ascolta quanti vengono calpestati nella loro dignità e, nonostante questo, hanno la forza di innalzare lo sguardo verso l’alto per ricevere luce e conforto. Ascolta coloro che vengono perseguitati in nome di una falsa giustizia, oppressi da politiche indegne di questo nome e intimoriti dalla violenza; eppure sanno di avere in Dio il loro Salvatore.

Ciò che emerge da questa preghiera è anzitutto il sentimento di abbandono e fiducia in un Padre che ascolta e accoglie. … Nessuno, infatti, può sentirsi escluso dall’amore del Padre, specialmente in un mondo che eleva spesso la ricchezza a primo obiettivo e rende chiusi in se stessi. … È per me motivo di commozione sapere che tanti poveri si sono identificati con Bartimeo, del quale parla l‘evangelista Marco (cfr 10, 46-52). Il cieco Bartimeo “sedeva lungo la strada a mendicare” (v. 46), e avendo sentito che passava Gesù “cominciò a gridare”” e a invocare il “Figlio di Davide”, perché avesse pietà di lui (cfr v. 47). “Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte” (v. 48). Il Figlio di Dio ascoltò il suo grido: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”. E il cieco rispose: “Rabbunì, che io veda di nuovo!” (v. 51). Questa pagina del Vangelo rende visibile quanto il Salmo annunciava come promessa. Bartimeo è un povero che si ritrova privo di capacità fondamentali, quali il vedere e il lavorare. Quanti percorsi anche oggi conducono a forme di precarietà! La mancanza di mezzi basilari di sussistenza, la marginalità quando non si è più nel pieno delle proprie forze lavorative, le diverse forme di schiavitù sociale, malgrado i progressi compiuti dall’umanità …

Come Bartimeo, quanti poveri sono oggi al bordo della strada e cercano un senso alla loro condizione! Quanti si interrogano sul perché sono arrivati in fondo a questo abisso e su come ne possono uscire! Attendono che qualcuno si avvicini loro e dica: “Coraggio! Alzati, ti chiama!” (v. 49). Purtroppo si verifica spesso che, al contrario, le voci che si sentono sono quelle del rimprovero e dell’invito a tacere e a subire. Sono voci stonate, spesso determinate da una fobia per i poveri, considerati non solo come persone indigenti, ma anche come gente portatrice di insicurezza, instabilità, disorientamento dalle abitudini quotidiane e, pertanto, da respingere e tenere lontani. Si tende a creare distanza tra sé e loro e non ci si rende conto che in questo modo ci si rende distanti dal Signore Gesù, che non li respinge ma li chiama a sé e li consola. … In questa Giornata Mondiale siamo invitati a dare concretezza alle parole del Salmo: “I poveri mangeranno e saranno saziati” (Sal 22, 27).

Sappiamo che nel tempio di Gerusalemme, dopo il rito del sacrificio, avveniva il banchetto. In molte diocesi, questa è stata un’esperienza che, lo scorso anno, ha arricchito la celebrazione della prima Giornata Mondiale dei Poveri. Molti hanno trovato il calore di una casa, la gioia di un pasto festivo e la solidarietà di quanti hanno voluto condividere la mensa in maniera semplice e fraterna. vorrei che anche quest’anno e in avvenire questa giornata fosse celebrata all’insegna della gioia per la ritrovata capacità di stare insieme. … Sono innumerevoli le iniziative che ogni giorno la comunità cristianna intraprende per dare un segno di vicinanza e di sollievo alle tante forme di povertà che sono sotto i nostri occhi. … Davanti ai poveri non si tratta di giocare per avere il primato, ma possiamo riconoscere umilmente che è lo Spirito a suscitare gesti che siano segno della risposta e della vicinanza di Dio. … Qui si comprende quanto sia distante il nostro modo di vivere da quello del mondo, che loda, insegue e imita coloro che hanno potere e ricchezza, mentre emargina i poveri e li considera uno scarto e una vergogna. … Invito a vivere questa Giornata come un momento privilegiato di nuova evangelizzazione. I poveri ci evangelizzano, aiutandoci a scoprire ogni giorno la bellezza del Vangelo. Non lasciamo cadere nel vuoto questa opportunità di grazia. Sentiamoci tutti, in questo giorno, debitori nei loro confronti, perché, tendendo reciprocamente le mani l’uno verso l’altro, si realizzi l’incontro salvifico che sostiene la fede, rende fattiva la carità e abilita la speranza a proseguire sicura nel cammino verso il Signore che viene” (Papa Francesco, 13 giugno 2018).

don Franco Colombini