Sotto il Campanile 12 Dicembre 2021

Pubblicato giorno 11 dicembre 2021 - Avvisi, NOTIZIARIO

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Quarta Domenica di Avvento
05 Dicembre 2021 – Foglio n. 162
“Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola”(Lc 1, 38)

“Il Signore Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme” (Lc 19, 28). Inizia così il Vangelo di questa domenica, descrivendo l’ingresso trionfale nella Città Santa. Gesù procede risoluto, deciso, staccato dagli altri, tirando diritto, senza mai voltarsi indietro, mosso da una passione profonda, impetuosa, travolgente. Un desiderio incoercibile. Il condottiero di questa straordinaria avventura d’amore va avanti da solo, assorto nei suoi pensieri, in silenzio. Nessuno gli sta più attorno, lo interroga, chiede un miracolo. Va incontro al suo destino senza essere capito. Incompreso. Nell’animo soffriva il tradimento, il rifiuto, il dramma del popolo che amava. “Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi e profeti e lapidi quelli che ti sono stati mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Mt 23, 37).
Gesù entra nei cuori e nella storia con una determinazione irrevocabile. La segna col sigillo della sua presenza. L’eterno venire di Dio non può essere fermato da niente. Nel silenzio, nell’attesa, nel bene, nel male, nel frastuono, nel baccano, … Gesù giunge ovunque. La sua volontà è un fiume in piena, un tormento, una follia. È malato d’amore, come la donna del Cantico dei Cantici (Cdc 5, 8). E noi dobbiamo seguirlo. “Se invece di voltarci indietro, guardassimo avanti; se invece di guardare le cose che si vedono, avessimo l’occhio attento a quelle che non si vedono ancora; se avessimo cuori in attesa, più che cuori in rimpianto, nessuno ci toglierà più la nostra gioia”. Sono le parole di don Primo Mazzolari, un profeta dei nostri tempi.

“Andate nel villaggio di fronte; entrando troverete un puledro legato, … . Slegatelo e conducetelo qui. … Il Signore ne ha bisogno” (Lc, 19, 30-31). Gesù va controcorrente. Sceglie l’umiltà. Un gruppo sparuto di amici, un asinello, una folla esultante, la gente semplice, i mantelli come tappeti, i bambini con rami d’ulivo. Nel suo cuore non c’è l’ostentazione, la brama del potere, la fame della ricchezza, l’arrivismo, la smania del primo posto. Gli brucia dentro la volontà del Padre, alla quale desidera dare compimento il più in fretta possibile. Non vede l’ora di raggiungere l’ultimo degli uomini e restituirlo alla gioia della vita. Abbraccia la croce, sopporta gli insulti, accetta il fallimento, soffre il dolore delle persone care. Mi trovo disorientato davanti a un amore senza confini, una misericordia al di là di ogni aspettativa. Ed è sempre così. Gesù mi vede, è presente in ogni evento che mi riguarda, è disposto a tutto, non si stanca di inseguirmi. La sua è pura follia d’amore, il fuoco che è venuto a portare sulla terra (Lc 12, 49).

Sono tante le persone che operano in silenzio per il bene degli altri, lontane da ogni esibizione. Conosco uomini e donne che visitano gli anziani, li assistono, li accompagnano dai medici, insegnano le nuove tecnologie, passano ore a chiacchierare, ridere, scherzare. Portano cibo, bevande calde, coperte ai senza fissa dimora. Cucinano e servono alle mense dei poveri. Raccolgono generi alimentari per i bisognosi. Aiutano i migranti nello studio e nell’apprendimento della lingua italiana. Giocano, disegnano, trascorrono le vacanze con i diversamente abili. Incontrano i poveri e li aiutano nelle necessità più urgenti. Vanno negli ospedali, portano la Comunione agli ammalati, si prendono cura di chi non ha più nessuno, condividono l’ultimo pezzo di strada con i terminali. Fanno divertire i bambini oncologici. Propongono ideali e valori con concerti e spettacoli. Partono per paesi lontani a costruire centri di accoglienza nelle periferie delle grandi città segnate dalla violenza, dal degrado, dalla più nera miseria. Approfondiscono il tema dell’inquinamento e sensibilizzano le comunità. Animano il tempo libero dei minori strappandoli dalla strada. Costruiscono percorsi di formazione umana, sociale, cristiana per gli adolescenti. Storie di impegno, gesti di coraggio, invenzioni benefiche, buone azioni, nel segno della solidarietà, della gratuità, del bene comune.

Mi sono rimaste impresse le immagini del salvataggio di 75 immigrati, arenati nel mare “forza 4” davanti all’Isola di Capo Rizzuto. Una catena umana di poliziotti, marinai della Guardia Costiera, volontari che uno alla volta hanno portato a riva bambini, donne, uomini, con professionalità, delicatezza, rispetto. Gli Agenti delle Forze dell’ordine hanno scelto di servire la vita. Non sentono le polemiche politiche sugli sbarchi, seguono la coscienza, dove si annida la legge del cuore. Salpano in ogni condizione di tempo, portano soccorso ai disperati, li raggiungono in mare aperto a decine di miglia dalla costa. Sono uomini e donne in divisa, di cui non conosceremo mai il nome, inzuppati di sudore e di acqua salmastra, stanchi, spossati dalla fatica, ma soddisfatti di vedere gli occhi felici di una mamma stringere il suo bambino libero dai drammi della guerra e della fame. La speranza di un futuro migliore è la gioia che li ricompensa .

Scriveva con tristezza e rammarico Ignazio Silone, un non credente pensoso: “Mi sono stancato di cristiani che aspettano la venuta del loro Signore con la stessa indifferenza con cui si aspetta l’arrivo dell’autobus”. Noi non siamo di questi: distratti, insensibili, superficiali, duri di animo, divorati dalla noia. Le tante scintille di bene dicono che l’incendio dell’amore, acceso da Gesù, divampa nel mondo. Chiunque può entrare nel fuoco e bruciare. Basta non opporre resistenza all’irrompere della sua grazia e consegnarsi a un “sì” senza riserve. Come Maria: “Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola” (Lc 1, 38).

Don Franco Colombini