Sotto il Campanile 12 maggio 2019

Pubblicato giorno 12 maggio 2019 - Avvisi, NOTIZIARIO

 

 

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IV Domenica di Pasqua

12 Maggio 2019 –  Foglio n. 73

“Lo Spirito Santo vi spinga in avanti”

Le parole di Gesù oggi sono straordinarie: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15, 12-13). Tanti cristiani le hanno prese sul serio e sono diventati santi. Hanno manifestato nella vita quotidiana lo Spirito del Risorto deposto nel cuore. Chi vive ogni giorno nella pazienza e nella gioia del dono di sé, nel momento della prova non si tira indietro, “ama fino alla fine”. Così è stato per S. Gianna Beretta Molla, la mamma di Magenta che ha preferito la vita della sua bambina alla propria. Lo stesso ha fatto S. Damiano de Veuster, l’apostolo dei lebbrosi, il quale volle essere mandato a Molokai, l’isola maledetta, dove si andava solo per morire. Anche  Padre Hamel, il sacerdote 85nne ucciso da due giovanissimi estremisti del Daesh nella sua parrocchia a Saint-Etienne in Francia, viveva di povertà evangelica, non era preoccupato per i beni materiali, il suo cuore era con Gesù. L’elenco si fa lungo, interminabile. Ci sono i nomi di tutte quelle persone che fanno le cose ordinarie con amore straordinario, senza mettersi in mostra, nel silenzio, in umiltà, nascondendo il Vangelo nella normale quotidianità e vivendolo alla grande. Non ci si improvvisa martiri, lo si diventa giorno dopo giorno, accettando di donare la propria vita. L’Eucaristia, il Corpo e il Sangue di Gesù dati a noi, ci coinvolgono nella carità di Gesù. Nella sua vita piena di amore moriamo dalla voglia di servire, perdonare, rialzare, curare, incontrare, dare fiducia e speranza. Se i settantanove bambini, che oggi celebrano la Messa di Prima Comunione con le famiglie nella comunità, accogliessero anche una sola favilla del fuoco del cuore Gesù, divamperebbe un incendio tale da bruciare d’amore l’intera città. Sarebbe una rivoluzione. Il comandamento dell’amore mi fa pensare l’Esortazione Apostolica sui giovani di Papa Francesco Christus vivit.

“Cari giovani, sarò felice nel vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso. Correte attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella santa Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente. Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno. E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”.

L’invito del Papa spalanca nuovi orizzonti alla Chiesa in uscita, che vede i giovani titolari in campo, non riserve. Mi sono chiesto quali sono i luoghi dove i giovani possono correre “più velocemente” della stessa comunità, talvolta “lenta e timorosa”. Il primo è il mondo digitale. Le potenzialità e i rischi di internet sono noti: solitudine, manipolazione, sfruttamento, violenza, bullismo, pornografia, gioco d’azzardo, fake news, pregiudizi, odio, oltre al rischio di omologazione, che faceva dire a Carlo Acutis, l’adolescente avviato verso gli altari e profondo conoscitore del web: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

Che squallore quando vediamo girare le immagini della più bruta violenza contro le donne e i più deboli come autoesaltazione della propria grandezza, prestigio personale, trofeo di vittoria! È un panorama triste, che rimanda alla saggezza e alla lungimiranza di chi è più avanti negli anni, al ruolo educativo degli adulti, alla loro capacità di pacato e accorto accompagnamento. Il secondo luogo sono le migrazioni, “paradigma del nostro tempo”. Sono giovani coloro che fuggono da guerre, povertà, persecuzioni politiche e religiose, disastri naturali, malattie. Molti del mondo occidentale non li vogliono, costruiscono barriere, erigono muri, tirano fili spinati, li ritengono pericolosi, perché rubano il lavoro ai loro coetanei, tolgono le risorse, sono a rischio di delinquenza e criminalità. Li mettono gli uni contro gli altri, creano inimicizia, spaccano la società. L’intelligenza del Vangelo porta, invece, a sciogliere le diffidenze, a conoscersi, incontrarsi, collaborare, costruire una nuova comunità multietnica, dove vivere nel rispetto reciproco e in fraternità. Tocca ai giovani edificare la loro casa comune e abitare in pace. C’è poi la salvaguardia del creato. Non è necessario citare la giovanissima Greta, per ricordare quanto sia alta la sensibilità ecologica. È giunto il momento di dare una sterzata in positivo alle relazioni affettive, dopo la sbornia della “liberazione sessuale” post-sessantottina, che ha banalizzato e sporcato i sentimenti più alti e più puri dell’animo umano, cadendo in schiavitù e perversione.

Tocca ai ragazzi correggere errori e orrori, dolorose omissioni e atteggiamenti da struzzo di chi li ha preceduti, creare armonia e sinergia tra le diverse generazioni, come annuncia la bella profezia di Gioele: “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni” (3, 1). Nasce una nuova umanità, un mondo più limpido, la “città della gioia”. La condizione è che tutti tengano lo sguardo fisso sul sepolcro vuoto, guardino il Risorto nel volto, prendano sul serio le sue parole, che annunciano grandi speranze: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 11).

don Franco Colombini