Sotto il Campanile 14 ottobre 2018

Pubblicato giorno 11 ottobre 2018 - NOTIZIARIO, Sacramenti

 

 

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VII dopo il Martirio di San Giovanni Battista
14 Ottobre 2018 – Foglio n. 43
LA CRESIMA DI 61 RAGAZZI

PAOLO VI e MONS. ROMERO SANTI DEI NOSTRI GIORNI
“Risplenderanno come il sole nel regno del Padre”
Oggi è giorno di festa per tutta la Chiesa. Papa Francesco proclama Santi due Vescovi dei nostri giorni: Giovanni Battista Montini e Oscar Arnulfo Romero.
Il primo è stato Arcivescovo a Milano dal 1 Novembre 1954 al 21 giugno 1963, quando fu eletto Papa col nome di Paolo VI. Neppure 10 anni a Milano, ma fecero del Prelato della Segreteria di Stato Vaticana il pastore capace di guidare la Chiesa universale nel periodo difficile del post-Concilio.
In una terra lontana da Roma, il Salvador, Romero fu Arcivescovo della capitale dal 1977 a quando cadde colpito a morte, mentre celebrava l’Eucaristia, il 24 marzo 1980. Romero è stato pastore di agnelli e di lupi, anche di quelli che non potevano tollerare la sua voce coraggiosa in difesa dei poveri.
Due Vescovi accumunati da un ascolto appassionato degli uomini e delle donne del loro tempo. Il nostro tempo. Siamo ancora in tanti a ricordare l’elezione di Papa Montini – io facevo la seconda media e sospendemmo le lezioni per assistere la sua prima apparizione dalla loggia di San Pietro – ; indelebile rimane scolpita nei cuori della mia generazione la memoria del martirio di Romero, il suo sangue sull’altare dell’ultima, incompiuta Eucaristia. Due Vescovi segnati dalle vicende dei loro giorni.
Montini fu chiamato a condurre avanti il Concilio, voluto da Papa Giovanni XXIII e lo portò a felice conclusione. Non senza contestazioni e resistenze, fino al clamoroso
rifiuto della sua autorità da da parte del vescovo Marcel Lefèbvre. Il Concilio – per il quale aveva tanto faticato perché fosse, secondo l’auspicio di Papa Giovanni, “primavera” della Chiesa – veniva sistematicamente criticato come “inginocchiamento” della Chiesa al mondo e alle sue logiche. E Paolo VI confesserà il giorno dopo la chiusura dell’Assise: “Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa e sia chiaro che Egli, non altri, la guida e la salva”.
Romero, Vescovo di una piccola Chiesa di un Paese dominato dalla dittatura militare e dall’oligarchia economica incurante della povertà del popolo. Un Vescovo non particolarmente “aperto”, ma si lasciò educare dalle sofferenze del suo popolo e ne ascoltò il grido fino a farsi voce di chi non aveva voce e denunciare i soprusi e i delitti del regime. Superando le perplessità di quanti temevano una canonizzazione con evidenti risvolti politici, Papa Francesco, che ben conosce le condizioni del Continente Centro e Sudamericano e vuole con ferma determinazione una “Chiesa dei poveri e per i poveri”, ha condotto in porto il processo che riconosce la fedeltà evangelica di questo Vescovo fino al sacrificio della propria vita.
Sono vere, per entrambi, le parole di Paolo VI: “Prego pertanto il Signore che mi dia grazia di fare della mia prossima morte dono d’amore alla Chiesa … . Per essa, non per altro, mi pare d’aver vissuto. Ma vorrei che la Chiesa lo sapesse …”.
Oggi tutta la Chiesa lo sa e ne rende grazie a Dio. Noi lo benediciamo anche per il Sacramento della Cresima di 61 nostri ragazzi. Animati dallo Spirito, sono chiamati a dare testimonianza a Gesù con l’amore e fare nuovo il mondo. Le parole di Papa Francesco, pronunciate a Palermo lo scorso 15 settembre, indicano la strada maestra: ”Abbiamo bisogno di cristiani del sorriso, non perché prendano le cose alla leggera, ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio, perché credono nell’amore e vivono per servire. È dando la vita che si trova la gioia, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
È la via dei santi. Chi la percorre, scopre quanto è bello aiutare, servire, farsi prossimo. Trova la gioia dentro e il sorriso fuori. Come lievito nella pasta, faranno fermentare il bene. La zizzania lascerà posto al buon grano. Con loro è in atto la rivoluzione dell’amore.

don Franco Colombini