Sotto il Campanile 16 Ottobre 2022

Pubblicato giorno 14 ottobre 2022 - Avvisi, In home page, NOTIZIARIO

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Dedicazione del Duomo di Milano
16 Ottobre 2022 – Foglio n. 195
“Il tuo popolo sarà tutto di giusti” (Is 60, 21)

Questa domenica si apre con un titolo eloquente: “Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiani”. Di questo edificio Gesù è la pietra che sorregge l’intera costruzione.

“Chiunque ascolta le mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia” (Lc 6, 47-48).

La Chiesa ha ricevuto il corpo vivo del Signore Risorto, lo custodisce come dono, si conforma secondo la verità della sua presenza. Gesù non è un fossile, un rito religioso, un benefattore dell’umanità, un modello da imitare, un concetto teologico.

È il Vivente, in Lui troviamo la vita, diventiamo un corpo vivo, che tutti custodisce nell’amore, perché nessuno vada perduto.

Mi viene alla mente una splendida pagina di S. Ambrogio:

“Tutto abbiamo in Cristo. Ogni anima gli si avvicini. O che sia malata per i peccati del corpo o come inchiodata dai desideri mondani oppure ancora imperfetta, ma sulla via della perfezione grazie all’assidua meditazione, o che qualcuna sia ormai perfetta per le sue numerose virtù, ogni cosa è in potere del Signore e CRISTO È TUTTO PER NOI. Se vuoi curare una ferita, egli è medico. Se sei riarso della febbre, è fontana. Se sei oppresso dall’iniquità, è giustizia. Se hai bisogno di aiuto, è forza. Se temi la morte, è vita. Se desideri il cielo, è via. Se fuggi le tenebre, è luce. Se cerchi cibo, è alimento. Dunque gustate e vedere come il Signore è dolce: beato l’uomo che spera in lui” (De Virginitate n. 99).

Davvero Cristo è la risposta a tutti i bisogni dell’uomo. Anche l’anelito alla pace, trova in lui compimento. Giovanni Battista Montini – poi Papa San Paolo VI – da arcivescovo di Milano commentò in maniera sublime il testo di S. Ambrogio nella Lettera Pastorale: Cristo è tutto per noi”.

Scrisse: “ Sì, tutto è Cristo per noi, omnia Christus est nobis; ed è dovere della nostra fede religiosa, bisogno della nostra umana coscienza ciò riconoscere, confessare e celebrare. A lui è legato il nostro destino, a lui la nostra salvezza. Questa idea centrale di Cristo, la quale tutta dovrebbe permeare la nostra spiritualità, proietta raggi di luce anche al di là dell’ovile, che gli è intorno raccolto. Oggi l’ansia di Cristo pervade anche il mondo dei lontani, quando in essi vibra qualche autentico movimento spirituale. È una strana sinfonia di nostalgici, che sospirano a Cristo perduto; di pensosi che intravedono qualche evanescenza di Cristo; di generosi che da lui imparano il vero eroismo; di sofferenti che sentono la simpatia per l’Uomo dei dolori; di delusi che cercano una parola ferma, una pace sicura; di onesti che sperano di incontrarlo sulle vie diritte del bene; di artisti che cercano superiori rapporti espressivi con l’intima verità delle cose; di convertiti infine che confidano la loro avventura spirituale e dicono la loro felicità per averlo trovato”.

Non si possono scrivere le parole di Ambrogio e Montini se Cristo non fosse stato una profonda e gioiosa esperienza di vita, la pienezza del cuore, la luce della verità, la certezza di ogni nascosta speranza. Vorrei che lo fosse anche per me, da poter dire con San Paolo parole simile alle loro, che sgorgherebbero da un animo colmo di euforia spirituale:

“Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a
voi se non Gesù Cristo e questi crocifisso” (1 Cor 2, 2).

La Chiesa è chiamata a ridare il senso pieno della vita che ha trovato nel Cristo Risorto. Quando lo fa, irraggia la luce, dona la pace, cammina nella storia come amica e compagna di viaggio dell’umanità, costruisce la fraternità tra i popoli, allontana le insidie dello spirito di divisione e di sopraffazione, spezza il pane quotidiano con i poveri e lotta per la giustizia, accoglie tutti senza preferenza di persone, offre il perdono a chi ha sbagliato e lo ama con affetto sincero, attraversa le domande di senso dei più giovani con esperienze che fanno diventare grandi, si fa serva nell’umile disponibilità ai diversi ministeri.
Il Cardinale Martini, pensando alla nostra Chiesa Ambrosiana, scrisse una bellissima preghiera:

“Signore Gesù, mia vita, mio tutto, tu mi chiedi di dare gratuitamente quanto gratuitamente mi hai donato in questa Chiesa Ambrosiana, dove mi hai chiamato a seguirti. Aiutami a condividere con gli altri i doni ricevuti nello spirito del dialogo e dell’accoglienza reciproca. Fa che io riesca a farmi prossimo per tutti coloro cui Tu mi invii, specialmente i più deboli e bisognosi e quelli che sono più difficili da amare. Mi stimola in questo l’esempio di tanti santi che nella storia hai dato a questa nostra Chiesa: anche alla loro intercessione mi affido perché sia vigile e responsabile nella lettura dei segni del tempo e testimoni il primato del Padre nel mio lavoro quotidiano e nei rapporti familiari e sociali.
Aiutami ad essere sobrio, cercando in tutto l’essenziale, che piace a te e mi fa vicino ai tuoi poveri, liberandomi da maschere e difese tranquillizzanti. Donami amore verso la tua Chiesa, che riconosco mia Madre nella grazia, perché mi ha generato alla fede in te e nel Padre tuo mediante il dono del Consolatore. E fa che da una viva e forte esperienza di comunione ecclesiale scaturisca nel mio cuore il bisogno di testimoniare ad altri con generosità e passione la bellezza del dono che tu hai fatto a me, insieme a tutti coloro che vivono l’ansia missionaria per il tuo Regno. E tu, Vergine Madre Maria, che ti sei fatta terreno dell’avvento di Gesù nell’ascolto umile e accogliente dell’Angelo e sei stata attenta, tenera e concreta nel comunicare ad Elisabetta la gioia di quanto avevi ricevuto, aiutami ad essere come te vigile ed impegnato nell’accoglienza e nella trasmissione del dono che viene da Dio. Amen. Alleluia”.

don Franco Colombini