Sotto il Campanile 17 Aprile 2022

Pubblicato giorno 16 aprile 2022 - Avvisi, NOTIZIARIO

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Domenica di Pasqua 17 Aprile 2022 –

Foglio n. 181

Cristo Signore è risorto! “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci e in esso esultiamo”,

 

così oggi cantiamo con la Chiesa in festa, mentre riecheggiano le parole dell’antico Salmo: “La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo; ecco l’o- pera del Signore, una meraviglia ai nostri occhi” (Salmo 118, 22-23). “Cristo è risorto!” È il grido di gioia risuonato nella Veglia Pasquale. Gesù ha vinto per sempre le forze del male. Ha svelato il segreto del suo abbandono incondizionato al Padre fino all’atrocità della croce. Ha infuso nella storia una nuova e inesauribile sorgente di vita. L’appassionato amore di Dio ha voluto ad ogni costo liberare l’umanità dal dominio della morte. Un sogno che diventa realtà e, per chi non ha fede, un desiderio inespresso di quel destino iscritto nel cuore di ogni creatura umana. Diceva il Papa San Paolo VI nell’omelia del 1964: “La risurrezione di Gesù è un fatto che riguarda tutta l’umanità, che si estende al mondo e ha un’importanza cosmica”. E aggiungeva: “Dal valore universale della resurrezione di Cristo deriva il significato del dramma umano, la soluzione del problema del male, la genesi di una nuova forma di vita che si chiama cristianesimo”. L’evangelista Luca attesta che per quaranta giorni il Risorto si intrattenne con suoi e li preparò alla missione nel mondo. San Paolo afferma che Gesù apparve a Pietro, ai Dodici e in seguito a più di cinquecento fratelli e sorelle in una volta sola. L’incontro, che più mi commuove e mi interpella, è quello con Maria di Magdala. Questa donna mi assomiglia, ogni volta che cerco i segni del Risorto con speranze ristrette, piccine, chiuso nel mio modo di intendere la presenza di Dio. È l’immagine della società confusa, smarrita, travagliata, che vorrebbe capire le ragioni dei suoi mali, uscirne, esserne liberata, ma fatica a cambiare la scala dei valori, a vivere la fraternità, la solidarietà, a percorrere le nuove vie del bene. La Chiesa esiste per testimoniare che il Crocifisso risorto non muore più. Egli è vivo nella gloria di Dio, dove ha portato la nostra umanità nel suo corpo sofferente e piagato. Dentro di noi sono stati deposti i semi del nostro essere con Dio, nel quale si uniscono passato, presente e futuro. Siamo capaci di sperare, soffrire, perdonare, amare.

Egli è con noi in ogni vicenda della vita. Cammina nella storia. Le angosce, i dolori, le speranze sono presenti nel suo corpo di Risorto. Anche se la morte, l’odio, la violenza, le guerre permangono nel mondo, questi mali non sono invincibili. Possono trasformarsi in cammini verso la risurrezione. La libertà umana e lo Spirito di Cristo abbracciano l’intero universo.  È iniziato il tempo della crescita del Regno. Come testimonia la colonna di 66 pulmini con 221 volontari italiani a bordo. Ha attraversato il confine dell’Ucraina per portare aiuto, dove i carri armati hanno seminato morte e distruzione. Ha consegnato 35 tonnellate di aiuti umanitari agli ospedali e alle organizzazioni locali. Ha messo in salvo 350 persone fragili e disabili. Una sfida all’odio. Una carovana di pace. In guerra vince il più forte, non chi ha ragione. I più deboli la subiscono in maniera devastante. Bambini, anziani, malati, donne, minoranze, disabili sono le vittime innocenti. Pagano la scellerata prepotenza dei grandi. I corpi straziati di Bucha, Makariv, Kramatorsk, … raccontano la follia estrema di chi sa che oggi le cose sono peggiorate. Nessuno è più in grado di vincere le guerre. Tutti le perdono. In Afghanistan, Iraq, Siria, Tigray, Congo, Yemen … . La pace è la vita della gente e il più potente complesso militare del mondo non può fare nulla per fermarla, paralizzato dalla legge della deterrenza atomica. La conferma dell’aumento delle spese militari è stata un’assurdità. Le armi non nutrono, non portano salute né curano le malattie. La solidarietà, la condivisione, la fratellanza, l’impegno comune per la giustizia sono le strade inaugurate dal Risorto, che fanno nuovo il mondo. “Vetera transierunt. Omnia facta sunt nova. Le cose vecchie sono passate. Tutto è diventato nuovo”. Non è più possibile abitare la storia, come se il Signore non fosse risorto. La si rovina. La guerra in Ucraina ha sprigionato una sorprendete capacità di accoglienza nei confronti dei rifugiati. Stati, case, Comuni, Parrocchie si sono aperti all’ospitalità. Anche nella nostra Comunità è giunta una famiglia, che abbiamo ricevuto a braccia aperte e con tutto il cuore. Quando le circostanze lo permetteranno, accoglieremo anche i poveri della Russia. Purtroppo la cartografia delle guerre, delle persecuzioni, dei conflitti etnico religiosi è molto più estesa e drammatica. Civili in fuga, emergenze da fronteggiare, minori da proteggere, sono una delle grandi sfide trascurate dalla politica internazionale. Erbil, nel Kurdistan iracheno, è uno dei punti dolenti e emblematici dell’umanità sradicata e a rischio di abbandono. Mentre la città vede sorgere nuovi grattacieli e si espande, i rifugiati siriani sono insidiati in campi all’esterno della capitale, senza trasporti pubblici, con difficoltà di accesso al lavoro e ai diversi servizi. Vivono da anni in prefabbricati, quasi tutti senza un lavoro regolare, dipendenti dall’assistenza umanitaria. Ancora più numerosi gli sfollati interni, provenienti dalle aree sconvolte dalla guerra con il “califfato nero”. Molti sono arrivati dalla zona di Mossul. Tra di loro vedove e bambini senza padre, discriminati e etichettati come mogli e figli dei militanti del Daesh. Anche quelli fatti ritornare nei luoghi di origine sono tutt’altro che fuori pericolo, dovendo ricominciare una vita normale in città e villaggi distrutti, privi di infrastrutture e di opportunità economiche, spesso ancora circondati dalle mine. La pacificazione è lontana tra accuse, recriminazioni, ritorsioni. Il vento dell’attenzione del mondo soffia in un’altra direzione. Qualcuno paventa nuovi conflitti per riportare un po’ d’interesse in quest’area dimenticata. È terribile solo pensarlo. Basta la solidarietà. Il mondo è un grande cantiere, dove Il Risorto ci invia a costruire il futuro con la giustizia, la verità, la libertà, lo sviluppo, la cura della casa comune, la promozione degli ultimi. Non a distruggerlo. Il peccato è la radice di ogni male. Genera guerre e divisioni. Lo Spirito del Signore Risorto è un’esplosione di vita. Risana i cuori. Porta a riconoscere nel volto abbruttito di Caino i tratti di Abele, un fratello, figlio dello stesso Padre misericordioso. La follia dell’amore ci trascina alle estreme conseguenze. Ci fa artigiani di pace. In ogni luogo. Con le prime luci di un’alba inattesa è sorta una nuova speranza, che rischiara il buio fitto dell’umanità. Tutto si compie nel dono più grande. Buona Pasqua!

 

don Franco Colombini