Sotto il Campanile – 17 Dicembre

Pubblicato giorno 15 dicembre 2017 - Senza categoria

 

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VI di Avvento Festa dell’Incarnazione – 17 Dicembre 2017

Le parole dell’Arcangelo Gabriele risuonano forti e rassicuranti: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. Questo evento straordinario si compirà a Betlemme nella Notte Santa. Da sempre i Padri della Chiesa hanno adorato nel presepe il mistero della Pasqua del Figlio di Dio. BETLEMME in ebraico significa “CASA DEL PANE”, in arabo “CASA DELLA CARNE”. La tenera carne di un Bambino, “deposto in fasce in una mangiatoia” – come sull’altare – , è “il pane vivo disceso dal cielo” per saziare la fame di vita e di felicità del mondo. A Betlemme carne e pane si uniscono. In quella terra senza pace il Figlio della Vergine si è gettato nella storia, lasciandosi sbranare dalla gente affamata di amore. L’ha fatto fino alla morte. Ora è risorto, vive nel Pane e ci coinvolge nella smania di dare pace e gioia all’uomo che Dio ama. Oggi sulla fronte della nostra nuova chiesa il Vescovo Mons. Luigi Stucchi ha posto la scritta latina: “NON IN SOLO PANE”. Una parola straordinaria. Proviene dal Padiglione Expò della Santa Sede, per sussurrare ad ogni uomo e donna, viandanti sui sentieri del mondo, che esiste una grande speranza e si chiama Gesù. Può cambiare tutte le cose, anche il corso della storia. Le barriere che dividono i popoli cadranno, la pace esploderà in ogni angolo della terra, il pane quotidiano non mancherà dalla mensa dei poveri, l’umanità si nutrirà di Dio-Amore, Pane di vita. Per questa occasione la Cooperativa “BUONI DENTRO” ha deciso di offrire ai poveri della comunità il ricavato della vendita del pane, preparato dai detenuti Sotto il campanile Domenica 17 dicembre 2017 del carcere minorile Beccaria con la farina offerta dal Comune di Milano. La generosità di tanta gente ci conferma che, dove l’Amore pone la sua dimora, il pane non manca mai. Non solo, ma c’è fiducia, comprensione, speranza. Si lotta per l’uomo e il suo futuro, scommettendo sulla forza dirompente del bene. Mi tornano alla mente le parole del VESCOVO SAN PIER DAMIANI in occasione del Natale: “Vieni presso Giovanni (il Battista) e ascolta la voce della gioia, la voce della novità e del gaudio, la parola della misericordia, la proclamazione della gloria e del dono della grazia. … La misericordia viene esaltata più del giudizio; ai peccatori viene elargito il perdono, regna la pietà; si passa sopra alla durezza della giustizia; e il misericordioso e benigno Signore cerca l’occasione non di percuotere ma di perdonare”. È il cuore dei “Buoni dentro” e di chi li sostiene. È la storia della salvezza che continua. Nella struttura della chiesa S. Gianna sono sorti i locali della CARITAS per accogliere chi ha bisogno, ascoltarlo, sostenerlo con l’amicizia, la condivisione, l’aiuto, il pane quotidiano. Sono stati predisposti quattro appartamenti. Ospitano persone dimesse dal carcere senza fissa dimora, profughi provenienti da paesi poveri e travagliati, familiari di ammalati giunti da lontano per farsi curare. Sulle sponde del Naviglio è nata la “Cittadella della carità”, dove Dio distribuisce i suoi doni e costruisce con l’amore tante storie di vita. Ancora oggi per la sua presenza “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella” (Lc 7, 22). L’opera del Dio con noi, l’Emanuele, va avanti inarrestabile. Attorno al cibo e alla tavola la Bibbia racconta i più grandi miracoli. Così fu a Cana di Galilea, sul lago di Tiberiade, nella casa di Zaccheo, nel Cenacolo, ad Emmaus. Condividere il pane è scambiarsi amore, cura, attenzione, gioire insieme. È rivelazione di un’amicizia profonda e fedele, un modo per incontrare il Vangelo, fare memoria della Pasqua, celebrare la vittoria sul male, assistere alla nascita di una fratellanza universale. Il dilagare dell’ingiustizia e della violenza è fermato dalla barriera dell’amore. Nella Notte Santa il sacerdote deporrà Gesù Bambino nel presepe, il Pane della vita. Con le braccia spalancate, come sulla Croce, si offrirà a noi per essere amato. Ci dirà: “Prendete e mangiatene tutti. Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”. Un dono che cambia il cuore, l’intera esistenza, la storia dell’umanità. Ormai – ne siamo certi – questo mondo ne porta un altro nuovo nel grembo. E presto lo vedremo.

don Franco Colombini