Sotto il Campanile 2 Ottobre 2022

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Quinta Domenica dopo il Martirio di San Giovanni
Centenario della nascita di S. Gianna Beretta Molla
02 Ottobre 2022 – Foglio n. 19

Dopo tanti anni l’esperienza mi ha insegnato che la vita è una vocazione, una risposta
alle chiamate che arrivano. Quello che conta è farsi trovare pronti senza preoccuparsi del dopo. Affidarsi, abbandonarsi a Dio, suonare con Lui a quattro mani lo spartito che apre davanti. Non si tratta di scegliere un cammino, ma di farlo proprio. Così è stato per S. Gianna
Beretta Molla. Quando si è accorta di aspettare una bambina, l’ha accolta con amore, in piena sintonia col marito Pietro, fino al dono supremo della vita.

Il Cardinale Giovanni Battista Re è venuto da Roma a commemorare il centenario della nascita di questa Santa Mamma di famiglia, che con umiltà e semplicità ha detto il suo “Eccomi!”. Chi ha un figlio nel cuore, non lo caccia dal grembo. Qualunque essere umano ha un futuro, se lo si ama.
Come lei anche Suor Maria de Coppi, missionaria comboniana di 83 anni,
uccisa il 7 settembre scorso in Mozambico.

Prestava servizio a Chipene, della diocesi di Nacala, nella provincia di Nampula. Povertà e paura sono di casa in quella terra, minacciata dalla violenza della guerriglia, che ha causato più di 800mila rifugiati. Suor Maria stava per raggiungere i sessant’anni di vita in Mozambico, nel cui popolo si era identificata, diventando cittadina di quel Paese. Ne aveva condiviso le gioie e i tanti dolori. Così raccontava la giornata, in cui era stata firmata la pace tra il Governo e la guerriglia della Renamo trent’anni fa, dopo un conflitto armato che aveva fatto un milione di morti. “Ero in missione e venne un catechista avvisandoci che stava arrivando un gruppo di guerriglieri …
. Con noi c’erano anche i militari. Abbiamo preso paura, perché temevamo le solite violenze. Invece i guerriglieri sono venuti da noi e dai militari e ripetevano: “Pace, pace” … . Tutti danzavano e io mi domandavo se era realtà o sogno, perché fino al giorno prima i guerriglieri rapivano e uccidevano. Ho sentito la presenza di Dio …”. Suor Maria, nella sua umiltà, è una grande figlia della nostra Chiesa italiana, che non ha rinunciato a servire i poveri, l’umanità, il Vangelo in un popolo lontano. Piccola sorella universale! La sua vita e la sua morte non parlano di passato, ci dicono qualcosa di profondo e di vivo, indicano una strada per il futuro.
Agli 80 ragazzi/e, che ricevono la Cresima, verrà data in dono la vita stessa di Gesù, perché portino l’amore nel mondo e lo facciano nuovo, riempiendolo di bene.

Nello stadio di San Siro lo scorso mese di maggio l’Arcivescovo Mons. Delpini lasciò loro questa consegna: “Tre cose sono avvenute nel Cenacolo.

La prima: Gesù ha attirato a sé gli sguardi dei discepoli. E ha detto: Non c’è amore più grande di chi dà la vita per gli amici. Come ha fatto lui. Guardate a Gesù e non avrete paura né del mondo né dei bulli né del futuro.

La seconda: il sorriso. Vi do la mia gioia e voglio che la vostra gioia sia piena, ha detto Gesù. Imparate a sorridere e seminate sorrisi in ogni circostanza. La terza: la mano che offre tutto.

Io, che sono il Maestro e il Signore, ho lavato i piedi a voi.

Dunque, lavatevi i piedi gli uni gli altri. Date una mano. Nessuno è troppo piccolo da non poter dare una mano in famiglia, a scuola, in oratorio. Così si realizza la vostra vocazione”. È la via dei santi “della porta accanto”, di Gianna Beretta Molla, Suor Maria de Coppi, Carlo Acutis, Domenico Savio, Chiara Luce Badano, Piergiorgio Frassati e tanti altri, che al seguito di Gesù hanno illuminato il mondo con una scia indelebile di amore.
Anche per gli adulti Mons. Delpini ha avuto parole di incoraggiamento e di speranza: “Attraverso questi ragazzi Dio dice alla Chiesa e alla città: prendetevi a cuore il futuro, non lasciatevi angosciare dalle nubi che si accumulano sul presente. Prendersi a cuore il futuro vuol dire la vocazione di ciascuno a trafficare i suoi talenti per rendere migliore il mondo, vuol dire la riforma delle strutture perché siano accoglienti per i ragazzi, le ragazze e le famiglie che popoleranno questa terra. E vuol dire evitare gli sperperi, evitare le guerre, evitare quello che rovina la terra per custodirla come un giardino. Ecco il messaggio che questi ragazzi così giovani, così belli e così fragili insieme possono dire a nome di Dio a questa città e a questa Chiesa: prendetevi cura del futuro!”.
Con i cambiamenti climatici la primavera sembra una stagione destinata a scomparire. Eppure essa vive nella Chiesa. La vediamo quando guar- diamo con amore all’umanità e non siamo imprigionati dall’impazienza (del “tutto subito”) o dal pessimismo (“è impossibile”). Ascoltarci, leggere insieme i segni dei tempi, aprirci al soffio dello Spirito, affrontare i problemi, tracciare vie di speranza, mettersi in gioco per il bene delle nuove generazioni, darsi da fare per i poveri, sono i germogli di una nuova primavera, che fa crescere la fiducia e riscalda i cuori.

La vita rinasce e la stagione dei Santi è arrivata. Lo conferma il Cantico dei Cantici: “Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna” (2, 11-12). E noi ci crediamo!

don Franco Colombini