Sotto il Campanile 20 maggio

Pubblicato giorno 17 maggio 2018 - NOTIZIARIO

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Domenica di Pentecoste
20 Maggio 2018 – Foglio n. 36
Lo Spirito di Gesù colora il mondo di pace

Quando vuoi preparare un buon piatto e vedi che il cibo è insipido, “metti” il sale per renderlo gustoso, diceva Papa Francesco ai giovani sul lungomare di Copacabana. “Metti”: un’azione consapevole per rendere migliore la qualità di un piatto. Così nella vita spiegava il Papa: “Se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno e a ciascuna di voi: “metti fede” e la tua vita avrà un sapore nuovo …; “metti speranza” e ogni tuo giorno sarà illuminato …; “metti amore” e la tua esistenza sarà come una casa costruita sulla roccia, il tuo cammino sarà gioioso, perché incontrerai tanti amici che camminano con te. Metti fede, metti speranza, metti amore!”.

Gesù ha fatto così con noi. Al termine della sua vita terrena, dopo essere salito al cielo, ha inviato ai suoi discepoli lo Spirito Santo. Ha messo in noi il “vento” e il “fuoco” dello Spirito, per essere mandati agli estremi confini della terra a portare l’amore che brucia il male e lo estingue. Le nostre vite non saranno più scialbe, incolori, senza gioia, sciupate, stagnanti nella noia e nell’inutilità. Lo Spirito mantiene il cuore giovane, suscita la voglia di fare, cambiare, rivoluzionare. Denaro e potere sono ombre di fronte alla gioia di dare il pane a chi ha fame e l’acqua a chi ha sete. Ci fa amici, un popolo di fratelli e sorelle che rivestono il mondo di pace e di giustizia, senza dimenticare indietro nessuno, privo di valore e di significato. È l’amore di Gesù in noi che cammina nel mondo e fa nuove tutte le cose.
Lo Spirito Santo è come la mano di un artista, di un bravo pittore. Tira fuori dei capolavori dove c’era una pietra informe, una lastra di marmo, una parete bianca, una tela sgualcita, un pezzo di legno. I santi sono le sue opere d’arte. Dove arriva porta il volto di Gesù, lo stampa nella nostra carne e lo rende visibile nell’amore. Sempre più splendente. Tutti siamo un riflesso di questa bellezza e possiamo aiutarlo nella sua opera. È come tinteggiare di nuovo il telaio di una finestra un po’ datata, mettere fiori sul davanzale, pulire i vetri, appendere le tendine. In una parola: possiamo trasformare gli angoli quotidiani, un po’ piatti e bui, in qualcosa di bello. L’amore è la mano dello Spirito che dipinge, trasforma i pensieri e le azioni in colori e pennelli. Basta assecondarlo e lasciarlo libero di fare, di andare dove vuole arrivare. Senza accorgercene avremo dipinto un fiore dove prima c’erano solo macchie … . Forse non lo vedremo mai, ma gli altri sì e la gioia si rifletterà nei loro occhi.

Il mondo assomiglia a un campo di battaglia, ma è anche un prato dove crescono fiori meravigliosi, perché lo Spirito semina amore. “Noi siamo circondati da una moltitudine di testimoni” (Eb 12, 1). Tra di loro “può esserci la nostra stessa madre, una nonna, o altre persone vicine. Forse la loro vita non è sempre stata perfetta, però, anche in mezzo a imperfezioni e cadute, hanno continuato ad andare avanti e sono piaciute al Signore” (Papa Francesco, Gaudete et Exultate). La santità, che viene dallo Spirito, è un dono per tutti, uomini e donne, piccoli e grandi, non è per pochi eletti. Il popolo delle beatitudini, che impedisce alla storia del genere umano di sprofondare nell’incredulità e nell’ingiustizia, è costituito da persone invisibili, ma ben note a Dio, perché opera del suo Spirito.
Oggi tanti giovani volontari delle nostre parrocchie raccoglieranno generi alimentari porta a porta da destinare all’emporio della Caritas. Un piccolo gesto, che crea giustizia. Una pennellata di amicizia. Venerdì scorso Papa Francesco ha reso omaggio a don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia, la città costruita sulla legge nuova dello Spirito che rende fratelli. Ricordo quanto scrisse il non credente Dino Buzzati: “Nomadelfia senza dire una sola parola, ci fa il più doloroso rimprovero, ci fa capire come sia sbagliato il nostro modo di vivere, gli affanni, i desideri, le vanità, la corsa disperata dietro il vento. Essere ricchi, essere famosi, essere invidiati. Bella roba! Per quanto si faccia non basta mai. Mai sazi, mai tranquilli! E pensare che sarebbe così semplice. La bontà. Volersi bene. Loro ci sono riusciti e noi no … . Possibile che degli uomini di carne ed ossa come noi abbiano potuto realizzare il Vangelo in piena letizia? … Il sogno dei santi è qui diventato realtà quotidiana”. Nello stesso giorno il Papa ha visitato Loppiano, la prima cittadella dei Focolari dove si vive la fraternità universale, – “Amatevi a vicenda come io ho amato voi” – , proposta da Gesù e fatta propria da Chiara Lubich, un dono dello Spirito per i nostri tempi inquieti.

Trezzano, Nomadelfia, Loppiano sono bozzetti di quella famiglia universale, unita nell’amore vicendevole, alla quale tutti aspiriamo. Lo Spirito dipinge il mondo con i colori della pace, del bene, dell’incontro, della fratellanza. Si diverte a farlo con chi si lascia prendere da Lui e crede nell’utopia dell’amore, perché sa che il Signore è Risorto. Sono i pionieri dei “nuovi cieli e di una nuova terra”. I politici faticano a realizzarli – quando non li distruggono – , i discepoli di Gesù già li abitano.

 don Franco Colombini