Sotto il Campanile 20 ottobre 2019

Pubblicato giorno 17 ottobre 2019 - Avvisi, NOTIZIARIO

 

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Dedicazione Duomo di Milano 20 Ottobre 2019  – 

Foglio n. 83 Il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale è un’occasione

Oggi siamo chiamati a rinnovare i membri del Consiglio Pastorale e degli Affari Economici della nostra comunità. Il Consiglio Pastorale “ha un duplice fondamentale significato: da una parte rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità, di cui è espressione in tutte le sue componenti; dall’altra costituisce lo strumento della decisione comune pastorale”. Il Consiglio per gli Affari Economici “è moralmente responsabile con il parroco davanti alla comunità parrocchiale del corretto e puntuale assolvimento di tutti gli adempimenti e delle obbligazioni che, per Diritto Canonico o norma civile, son poste a capo della parrocchia”. Rinnoveremo questi Consigli per gli anni 2019-2023 e lo faremo non con la rassegnazione di una Chiesa in decadenza, ma animata dalla gioia di percorrere una nuova tappa evangelizzatrice, camminando insieme, custodendo il dono della comunione e la coscienza della corresponsabilità.

1. Come camminare? L’occasione del rinnovo ci spinge a guardare decisamente al domani, secondo i quattro tratti irrinunciabili che l’Arcivescovo Mario Delpini ha indicato promulgando il Sinodo Minore “Chiesa dalle genti”. Dimorare nello stupore. È una condizione spirituale che rende leggeri, lieti, contenti, perché l’esperienza cristiana è una grazia sorprendente. Prima dei doveri da adempiere, delle verità da imparare, dei problemi da affrontare, delle procedure da osservare, la convocazione di tutti i popoli sul monte del Signore è una festa da celebrare, una sorpresa che commuove e trafigge il cuore. A proprio agio nella storia. L’intraprendenza e la creatività, se vissute con costanza e saggezza, permettono di affrontare i problemi, di risolverne molti e di convivere con quelli privi di soluzione. La responsabilità per i talenti ricevuti ci impedisce di restare inoperosi e di pensare solo a se stessi. Il forte grido. La vocazione a dare forma alla Chiesa di domani, vissuta nella docilità allo Spirito di Dio, impegna a percorsi di sobrietà, a forme pratiche di solidarietà, a una sensibilità cattolica che non tollera discriminazioni.Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello (Ap 21, 9). Le liturgie, i canti, la poesia, le immagini della nostra devozione, ogni celebrazione accoglie il dono della comunione e invita ad esprimerlo con gratitudine e gioia, edificando una comunità, che rivela nell’unità la ricchezza della pluriformità.

2. Ma è davvero possibile consigliare nella Chiesa? Quanta gioia, quanta formazione ecclesiale nella partecipazione ai Consigli! Ma anche quante frustrazioni, esitazioni, paure bloccano l’assunzione di responsabilità! Molti potrebbero essere i motivi di turbamento e di sfiducia. Tante volte sembra persino impraticabile il cammino per il rinnovamento evangelico. Dobbiamo accettare con pazienza di “lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione di risultati immediati”. Molti cristiani – forse anche alcuni che già hanno fatto parte dei Consigli da rinnovare – sono scoraggiati dalle incomprensioni e dalle conflittualità. Altri potranno dire che non si sentono all’altezza di essere eletti e di assumersi una responsabilità nei Consigli. Eppure è bello lavorare per il futuro della Chiesa. Riempie di fascino discernere le vie per portare il fermento del Vangelo nel cuore della società, trovare le giuste risposte alle domande della gente, costruire uomini nuovi docili alla voce di Dio e determinati a realizzare il suo progetto d’amore nel mondo. Una attenta verifica dei quattro anni precedenti ci dice che abbiamo camminato su questa strada e ora bisogna continuare e andare avanti.

3. Perché proprio io? Come posso partecipare? Forse nella comunità ci si sente “controparte, una voce fuori dal coro”, invece di essere dediti con passione e generosità alla vita e alla sua crescita. Papa Francesco in Evangelii Gaudium ricorda quattro punti di stile con cui consigliare: “il tempo è superiore allo spazio”; “l’unità prevale sul conflitto”; “la realtà è più importante dell’idea”; “il tutto è superiore alla parte”. Questo stile, orientato al bene comune e alla pace, rasserena e incoraggia. In questa cammino di evangelizzazione nessuna comunità è sola. Nemmeno la nostra.  Essere parte della Chiesa diocesana e universale ci impedisce di cadere nella lamentela e nel campanilismo, ci fa acquistare – invece – respiro e ampiezza di orizzonti, recuperando speranza e prospettive.

4. Che cosa è affidato ai Consigli Pastorali? Ai Consigli Pastorali è affidata la cura dei discepoli, perché vivano del rapporto con il Signore e siano il segno della sua presenza nel mondo in una comunità che nasce dall’Eucaristia, ascolta la Parola, si preoccupa dei poveri, prega con fiducia e fedeltà, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla. Deve essere il contesto in cui ciascuno riconosce che la vita è una grazia, una vocazione, una missione. In particolare l’oratorio e la pastorale giovanile sono chiamati ad essere scuola di preghiera e percorso vocazionale, accompagnati con sapienza e autorevolezza da adulti, uniti in una comunità educante. I discepoli del Signore sono mandati ad  abitare il proprio territorio come il sale della terra e la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Con la creatività che la carità, la cultura, le feste e il buon vicinato ne siano segni semplici e luminosi. Ai Consigli per gli Affari Economici è chiesto di far prevalere il “bene comune”, amministrare con correttezza, essere il segno della carità Il rinnovo dei Consigli Pastorali è una grande opportunità per risvegliare la responsabilità di tutti nella costruzione di un volto di Chiesa, capace di annunciare con la vita la gioia del Vangelo.


don Franco Colombini