Sotto il Campanile 25 Settembre 2022

Pubblicato giorno 24 settembre 2022 - Avvisi, In home page, NOTIZIARIO, Oratorio

 

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Quarta Domenica dopo il Martirio di San Giovanni
FESTA DI APERTURA DEGLI ORATORI
25 Settembre 2022 – Foglio n. 192

 

CI VORREBBE UN POSTO
Per sostare ci vorrebbe un posto dover fermarsi e
fermare anche il pensiero, la fantasia, l’inquietudine
che ribolle dentro, l’impazienza, la tristezza che rende felici. Ci vorrebbe un posto dove sedersi, mettersi
in ginocchio, vedere che anche gli altri si fermano e
si mettono in ginocchio. Ci vorrebbe un posto dove
ci sia un po’ di silenzio e niente da fare, per qualche minuto. Ci vorrebbe, che so, una cappellina, per
esempio.
CI VORREBBE UNO SGUARDO
Sì, per lo più ci vediamo bene. Ma dove guardiamo? Indietro non c’è niente.
Intorno c’è troppo. Davanti forse un’angoscia, una paura. Ci vorrebbe uno
sguardo per incrociare uno sguardo amico, benevolo, rassicurante. Tenere
fisso lo sguardo su Gesù. Volgere lo sguardo a Colui che hanno trafitto. Guardare a Gesù e sentire che Gesù mi guarda. Forse come ha guardato a Zaccheo sull’albero. Forse come ha guardato Pietro che piangeva. Forse come
ha guardato il cieco che gridava. Stare un po’ di tempo a guardare un volto di
Gesù. Ci vorrebbe, che so, un crocifisso, per esempio, o una immagine del
suo volto benedetto.
CI VORREBBE UNA PAROLA
Basta qualche secondo e il silenzio diventa una noia. Sei lì con tutta la buona
volontà, ma subito sei altrove con la fantasia, il ronzio di un cellulare, un piede
che fa male. Ci vorrebbe una parola da dire, che non sia troppo difficile, che
non sia troppo banale. Una parola per dire qualche cosa di me. Una parola
per chiedere qualche cosa per me o per la gente che amo. Ci vorrebbe una
parola, che so, “Signore Gesù, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di me, peccatore” e la costanza di ripeterla una volta e dieci volte e cento volte, provando
a fissare il pensiero su ogni singola parola. Ci vorrebbe una parola, che so,
quella che Gesù ha insegnato: “Padrenostro …”.
CI VORREBBE UN TEMPO
Quante volte mi sono proposto di dire le preghiere ogni sera e ogni mattina!
Non c’è mai tempo. C’è sempre altro che mi prende, mi mette fretta. Non potreste aiutarmi, voi, amici miei. Se c’è un’ora in cui ci diamo appuntamento, io non mancherò. Se voi mi chiamate, io risponderò. Se nella programmazione
ci mettiamo un tempo di preghiera, ce la faremo. Non è che non ho voglia di
pregare. Non è che non ne sento il bisogno. È che proprio il tempo scappa via e
non riesco a tenerlo in mano, come l’acqua. Ma se ci aiutiamo, ce la faremo. Ci
vorrebbe un tempo, che so, un appuntamento.
CI VORREBBE UN’EMOZIONE
Per favore aiutami: da solo non ce la faccio! Ti prego: stammi vicino, ho paura!
Il mio amico, il mio amico è malato: mi stringe il cuore e non so che cosa fare,
che cosa dire. Guidami tu! Mio papà e mia mamma non fanno che litigare. Metti
pace, per favore: non si accorgono di quanto mi fanno soffrire e arrabbiare? Non
conto niente per nessuno, forse sono antipatico anche a quelli che mi interessano di più: per favore fammi incontrare qualcuno che mi voglia bene! Il pianeta è pieno di disastri, i potenti della terra rovinano tutto … . E la povera gente?
Sento compassione e mi viene da piangere a pensarci. Manda un po’ di pace.
Ma dove va a finire il mondo? Che sarà di me, se tutto continua così? Dammi un
po’ di luce! Sono proprio contento di come facciamo le cose: che bello! Alleluia!
Ho fatto poco e mi hanno molto ringraziato: allora anch’io valgo qualche cosa!
Grazie! Ci vorrebbe un libro per scrivere le emozioni, che so, una preghiera di
intercessione.
CI VORREBBE UN CANTO
Imparare a cantare. A cantare bene, a cantare insieme, a cantare parole che
vengono dal cuore, a cantare canti che non siano solo rumore e confusione. Un
libretto, una fotocopia, un testo sul cellulare: che si sappiano le parole, che si
sappia cosa vogliono dire. Che parlino anche di noi, senza dire banalità, senza
lagne. Ci vorrebbe un canto, che so, qualcuno che se ne intenda e insegni a
cantare.
CI VORREBBE UN CALENDARIO
I santi nostri amici e Maria, la Madre di Gesù e Madre nostra, sono uomini e
donne in carne e ossa, hanno vissuto storie complicate e tribolate, liete e affascinanti. Possono insegnare a pregare. Vale la pena di fissare quando ricorrono nel calendario della Chiesa e quel giorno domandare a loro: come hai fatto a sostare
con Gesù? Chiedetelo, per esempio, a Maria, la Madre di Gesù e Madre nostra,
a Giovanni Bosco, Domenico Savio, Filippo Neri, Carlo Acutis, Charles de Fou-cauld, Luigi Gonzaga, Agnese, Rita, Madre Teresa, Teresa di Lisieux, Piergiorgio
Frassati … . Ci vorrebbe un calendario, che so, una parete dell’Oratorio con foto
e preghiere e date dei santi nostri amici.
Propongo che l’Oratorio diventi un ritrovarsi per sostare con Gesù, oltre che per
tutte le altre cose. Chi sa stare con Gesù impara a pregare come lui, ad amare
come lui, a vedere il mondo con i suoi occhi. Gesù, infatti, per presentare l’offerta
gradita al Padre ha detto: ci vorrebbe un corpo. E infatti: entrando nel mondo,
Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai
preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto:
“Ecco io vengo – poichè di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la
tua volontà” (Eb 10, 5-7).
+ Mario Delpini
Arcivescovo di Milano