Sotto il campanile 28 Ottobre

Pubblicato giorno 28 ottobre 2018 - NOTIZIARIO

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I dopo la Dedicazione
28 Ottobre 2018 – Foglio n. 45
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

 

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale, mi piace pensare alla Madonna come una missionaria, inviata nel mondo ad annunciare Gesù ed a tenere viva la fede in lui. Ogni intervento di Maria nella storia è portatore di una grazia speciale, la quale, come una fonte perenne, zampilla ininterrottamente. Sono appena tornato da Lourdes, una città con un fascino particolare. Quella grotta oscura, dove ho passato lunghe ore in preghiera, illuminata dallo splendore dell’Immacolata, è divenuta un segno di consolazione e di speranza per l’umanità che soffre e che spera. Anche la piccola Bernadette è una testimonianza viva e affascinante del riscatto dei poveri e della predilezione del cielo per i semplici.

Sono arrivato a Lourdes pronto a nutrire la mia anima sempre affamata di quell’Assoluto che qui, ai piedi dei Pirenei, si è manifestato aprendo uno squarcio nel cielo, senza mai più rinchiuderlo. Non vedevo l’ora di entrare in quella terra benedetta, che la Regina del cielo aveva scelto per sé, dove approdano le schiere devote dei pellegrini, dei malati, molti dei quali in carrozzella, accompagnati dagli assistenti sanitari e da tanti volontari. È un fiume inesauribile di preghiera, di sofferenza, di dedizione, che, costeggiando il Gave, sbocca davanti alla cavità dove è apparsa l’Immacolata. Qui la Madonna, sempre presente come madre premurosa, accoglie tutta la ricchezza che le viene offerta dai cuori traboccanti e con le sue mani pure la presenta a suo Figlio, come sacrificio d’amore a lui gradito.
Non cedetti alla tentazione di addentrarmi subito nella visita delle tre basiliche sovrapposte. Seguii l’onda spontanea della gente e giunsi nei pressi della grotta diMassabielle, davanti all’enorme caverna dove la Santa vergine si è manifestata nel suo splendore immacolato. I luoghi, dove la Madonna appare, suscitano una commozione che non è possibile controllare e tanto meno reprimere. Il cuore mi salì in gola. Mi inginocchiai con gli occhi fissi verso il buco nero, posto in alto, sulla destra, dove la piccola Bernadette aveva visto la bianca Signora di luce che sorrideva.

Una volta era un ricovero di maiali, una porcilaia. Perché l’Immacolata l’ha scelta per manifestare il suo nome al mondo? Era questo l’interrogativo che mi assaliva il mattino dopo, quando, seduto sul muricciolo, che fiancheggia la riva del Gave, guardavo da lontano il luogo sacro dell’apparizione. Un angolo privilegiato di silenzio e di meditazione. Forse la risposta stava nella fonte che la Madonna fece scaturire dalla nuda terra, chiedendo a tutti di andare a bere e lavarsi. È Gesù la sorgente d’acqua limpida della grazia che infonde l’amore, la vita, la pace, la luce. Lui ci riempie e ci sazia di serenità. A noi è lasciata la gioia di dipingere con le opere la bellezza del volto di Dio in noi. La lunga fila per passare all’interno della grotta a vedere da vicino la fonte più celebre del mondo richiede pazienza. Ma mai come a Lourdes il tempo è preghiera. Arrivai anch’io. È un getto potente, che non smette di affascinarmi. I doni di Dio non sono mai risicati, ma oltremodo sovrabbondanti.

Per me Lourdes è la grotta. Non mi stanco di guardarla, anche se nella cittadella di Maria non mancano altri luoghi di intensa spiritualità. Coinvolgente e indimenticabile è l’impatto con la Messa e le processioni: quella eucaristica al pomeriggio e con le fiaccole alla sera. È stata bella la piccola processione che noi Trezzanese abbiamo improvvisato. Dopo il Rosario, cantando “Trezzano a te s’intitola”, abbiamo portato alla grotta un grosso cero con i nostri nomi. Omaggio, fede, gratitudine, abbandono … tutti i sentimenti dell’animo erano raccolti in quella fiamma che ancora arde davanti alla Vergine. L’ultima mattina, prima di partire, ci è stato concesso di celebrare l’Eucaristia all’altare delle apparizioni. Eravamo soli con gli altri pellegrini italiani. Mai come in quel momento lo sguardo materno di Maria ci rassicurava dandoci Gesù e chiedendoci di fare quello che Lui ci avrebbe detto. La via della felicità è l’amore.

Lourdes non delude mai, anche questa volta. Nelle luci, nei canti, nel fervore della preghiera, nella fede dei malati, Gesù e la Madonna mi sono venuti vicino. In Dio mi sentivo felice. L’animo traboccava di pace. Un forza impetuosa spingeva fuori questa gioia, che non potevo contenere. Nella mia povertà l’affidai allo Spirito, perché la regalasse ad ogni cuore, la portasse perfino al di là degli oceani e nei continenti più lontani, mentre la sua voce mi chiamava a raggiungere i tanti “Etiopi” in cammino sulla mia stessa strada, come fece con Filippo. “O Vergine Maria! Non c’è niente di più bello che deporre l’amore di Gesù nei cuori degli uomini. Fa’ che seguiamo l’esempio degli apostoli e di quanti si consacrano all’annuncio del Vangelo, perché tutti conoscano la felicità di essere amati e la gioia vivere”.

don Franco Colombini