Sotto il Campanile 6 Febbraio 2022

Pubblicato giorno 5 febbraio 2022 - Avvisi, NOTIZIARIO

 

 

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V Domenica dopo l’Epifania
06 Gennaio 2022 – Foglio n. 171
GIORNATA IN DIFESA DELLA VITA UMANA

Il Vangelo di questa domenica racconta il miracolo
della guarigione del servo del centurione a Cafarnao di Galilea. Mi ha sempre colpito il fatto che un
pagano, che mai aveva avuto a che fare con la fede
degli Ebrei, si fosse recato da Gesù a chiedere aiuto. Ricordo una domanda del Cardinale Martini in
un incontro della Cattedra dei non credenti: “Ma in
che cosa crede chi non crede?”.
Il Centurione aveva sentito parlare di Gesù, forse
l’aveva ascoltato di nascosto, era rimasto colpito
dalla sua umanità. Aveva visto in Lui la speranza di
uscire da un labirinto buio e senza spiragli. Si era
sentito capito nel suo dolore. Si è fidato, rischiando immagine e reputazione.
Gesù ne fu affascinato. Riconobbe un grande cuore. Si compresero. Dio e
l’uomo si incontrano dove c’è amore.
I Vescovi Italiani hanno scritto un messaggio molto bello per la Giornata in
difesa della Vita umana, dove invitano a custodire e ad amare ogni vita con la
stessa premura del centurione e di Gesù.
“Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha
messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale.
Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi, ne emerge però con rinnovata
consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita. Abbia- mo capito che nessuno può bastare a se stesso … .
Questo è vero per tutti, ma riguarda in maniera particolare le categorie più
deboli, che nella pandemia hanno sofferto di più e che porteranno più a lun- go di altre il peso delle conseguenze che tale fenomeno sta comportando. Il
nostro pensiero va innanzitutto alle nuove generazioni e agli anziani. Le pri- me, pur risultando tra quelle meno colpite dal virus, hanno subito importanti
contraccolpi psicologici, con l’aumento esponenziale di diversi disturbi della
crescita … . Anche le giovani famiglie hanno avuto ripercussioni negative dal- la crisi pandemica, come dimostra l’ulteriore picco della denatalità raggiunto
nel 2020-2021, segno evidente di crescente incertezza. Tra le persone anziane, vittime in gran numero del Covid-19, non poche si trovano ancora oggi in
una condizione di solitudine e paura … . Quelle poi che vivono una situazione di infermità subiscono un isolamento anche maggiore, nel quale diventa
più difficile affrontare con serenità la vecchiaia. Nelle strutture residenziali le
precauzioni adottate per preservare gli ospiti dal contagio hanno comportato
notevoli limitazioni alle relazioni … .
Anche le fragilità sociali sono state acuite, con l’aumento delle famiglie – specialmente giovani e numerose – in situazioni di povertà assoluta, della disoccupazione e del precariato, della conflittualità domestica. Il Rapporto 2021 di
Caritas Italiana ha rilevato quasi mezzo milione di nuovi poveri … . Se poi il nostro sguardo si allarga, non possiamo fare a meno di notare che, come sempre
accade, le conseguenze della pandemia sono ancora più gravi nei popoli poveri,
ancora assai lontani dal livello di profilassi raggiunto nei Paesi ricchi grazie alla
vaccinazione di massa.
Dinanzi a tale situazione Papa Francesco ci ha offerto San Giuseppe come modello di coloro che si impegnano nel custodire la vita … .
Sin dai primi giorni della pandemia moltissime persone si sono impegnate a
custodire ogni vita, sia nell’esercizio della professione, sia nelle diverse espressioni del volontariato, sia nelle forme semplici del vicinato solidale. Alcuni hanno
pagato un prezzo molto alto per la loro generosa dedizione. A tutti va la nostra
gratitudine e il nostro incoraggiamento: sono loro la parte migliore della Chiesa
e del Paese; a loro è legata la speranza di una ripartenza che ci renda davvero
migliori.
Non sono mancate, tuttavia, manifestazioni di egoismo, indifferenza e irresponsabilità, caratterizzate spesso da una malintesa affermazione di libertà e da una
distorta concezione dei diritti. Molto spesso si è trattato di persone comprensibilmente impaurite e confuse, anch’esse in fondo vittime della pandemia; in altri
casi, però, tali comportamenti e discorsi hanno espresso una visione della per- sona umana e dei rapporti sociali assai lontana dal Vangelo e dallo spirito della
Costituzione. Anche la riaffermazione del “diritto all’aborto” e la prospettiva di un
referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente vanno nella medesi- ma direzione. “Senza voler entrare nelle importanti questioni giuridiche implicate, è necessario ribadire che non vi è espressione di compassione nell’aiutare
a morire, ma il prevalere di una concezione antropologica e nichilista in cui non
trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali. … Chi soffre va
accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita; occorre chiedere l’applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore (Card. G. Bassetti). Il
vero diritto da rivendicare è quello che ogni vita, terminale o nascente, sia adeguatamente custodita. Mettere termine a un’esistenza non è mai una vittoria, né
della libertà, né dell’umanità, né della democrazia: è quasi sempre il tragico esito
di persone lasciate sole con i loro problemi e la loro disperazione.
La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia.

“Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!
La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire
l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi
e come ci ha mostrato San Francesco d’Assisi: è l’aver rispetto per ogni creatura
di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti,
di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che
sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore …”. (Papa
Francesco, 19 marzo 2013).
Le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo
compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre più seria- mente a custodire ogni vita. Potremo così affermare che la lezione della pande- mia non sarà andata sprecata”.
don Franco Colombini