Sotto il Campanile 7 ottobre SAGRA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

Pubblicato giorno 5 ottobre 2018 - NOTIZIARIO

 

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VI dopo il Martirio di San Giovanni Battista
07 Ottobre 2018 – Foglio n. 42
SAGRA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

Con la Sagra della Madonna del Rosario, la prima domenica di ottobre, la nostra comunità si mette cammino.

La parola di Gesù ci invita a entrare nella sua vigna, superando l‘ozio e la pigrizia.
La ricompensa è la gioia di vederla crescere rigogliosa, diventare sempre più florida, gustare i suoi frutti.

Ci è di esempio la testimonianza dell’ “esercito pacifico” di giovani che lo scorso mese di agosto ha raggiunto a piedi Roma
per incontrare Papa Francesco al Circo Massimo.

Sono partiti dalle tante parrocchie d’Italia, costruendo una variopinta e allegra ragnatela di itinerari sull’intera Penisola.

Anche i nostri giovani hanno risposto all’appello con don Emiliano.  Si sono fermati in preghiera nelle antiche chiese di pietra, ricche di fede e
di pietà. Hanno sostato nei santuari “di carne”, dove ogni giorno si celebra la dolorosa liturgia della sofferenza e ogni cristiano è chiamato a versare l’olio della misericordia.
I giovani di Napoli sono entrati nel carcere minorile di Nisida, quelli di Fermo hanno visitato i luoghi colpiti dal sisma del Centro Italia.

I ragazzi di Torino e di Susa si sono recati nelle case di accoglienza per anziani.

Quelli di Agrigento, Piana degli Albanesi, Palermo, Mazara del Vallo, Monreale e Trapani sono stati a Corleone per parlare di legalità.

I Friulani hanno marciato sui sentieri della Prima Guerra Mondiale.

I giovani di Firenze – anche i nostri – si sono fermati alla scuola di Barbiana con gli allievi di don Milani, al Cottolengo e con i collaboratori di Giorgio La Pira.

Sono pochi esempi di un lungo elenco, che comprende la memoria di testimoni e santi del nostro tempo come Maria Goretti, Piergiorgio Frassati, don Tonino Bello, Padre Pio, Suor Maria Laura Mainetti, uccisa a Chiavenna nel giugno del 2000 da tre ragazze.

I 40mila giovani, in cammino sulle strade d’Italia, sono entrati nella vigna del Signore con i loro Vescovi e centinaia di sacerdoti.

Hanno visto il lungo fiume d’amore che scorre nel mondo, silenzioso, nascosto, fecondo. Hanno scoperto che c’è un posto per ognuno.

Hanno ascoltato con il cuore la voce del fratello. Si sono sentiti chiamati a fare nuove tutte le cose.

Questa storia va avanti nelle parrocchie e in tutti i luoghi di vita, anche da noi, quando ci si china sulla “carne di Cristo”, per curarla, guarirla, perché
niente è impossibile a chi crede.
La Madonna del Rosario, a cui è dedicato il mese di ottobre, ci indica la via. Scrive Papa Francesco:

“Ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza
rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza
non sono virtù dei deboli, ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per
sentirsi importanti. … Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e
di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione”
(Evangelii Gaudium, 288).

Nessun’altra creatura ha visto risplendere su di sé il volto di Dio come lei, che ha dato un volto umano al Figlio dell’eterno Padre.

E noi adesso possiamo contemplarlo nei successivi momenti gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi della sua vita, che rivisitiamo
nella recita del Rosario. Nel volto di Gesù ci appare il volto dell’uomo e ci sentiamo chiamati all’amore.

La Chiesa è convocata dalla carità, diventa bella nel servizio, è piena di Dio quando vive libera e povera in mezzo alla gente, per dire che Dio esiste e muore
dalla voglia di riempirci di bene e farci felici.
Il Rosario permetterà al Vangelo di riprendere la sua strada nella vita ognuno, delle famiglie, dei popoli, della Chiesa, del mondo.

don Franco Colombini