Sotto il Campanile 9 Ottobre 2022

Pubblicato giorno 7 ottobre 2022 - Avvisi, In home page, NOTIZIARIO

 

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Sesta Domenica dopo il Martirio di San Giovanni

– 09 Ottobre 2022 – Foglio n. 194
Omelia del Card. Giovanni Battista Re per il Centenario di Santa Gianna Beretta Molla

La Titolare di questa chiesa e Compatrona della vostra parrocchia non è una persona di secoli lontani. vissuta in condizioni diverse dalle nostre; non è una suora di clausura, non è una mistica. È una mamma. Una mamma di famiglia. Una mamma cristiana, che ha testimoniato i valori del Vangelo nel nostro tempo e che ha molto da insegnarci. Tutti sappiamo che la relazione con la propria mamma è qualche cosa di unico:

posta all’inizio della nostra vita ne orienta il cammino. Tutti abbiamo sperimentato
che l’affetto e le tenerezze della mamma sono qualche cosa che riempie il cuore e la
famiglia è la prima scuola dei valori umani e religiosi e della convivenza con gli altri.
Gianna Beretta Molla è stata una mamma affettuosa, intelligente, gioiosa, amante
della vita, medico di professione. Una mamma che per salvare la bambina che aveva
in grembo seppe offrire in sacrificio la propria vita. Un fibroma, un tumore, che la colpì
durante la gravidanza della quarta figlia, la mise nella drammatica scelta fra salvare
la propria vita o quella della creatura che aveva in grembo. Gianna Beretta Molla
non ebbe titubanze, non esitò a immolarsi. “Sono pronta a tutto – disse al marito e ai
medici – pur di salvare la mia creatura”. Così riuscì a dare alla luce la figlia, ma morì
una settimana dopo.

Da vera mamma ha testimoniato col suo eroismo materno l’incomparabile amore ai propri figli fin dal concepimento e inoltre ci ricorda il valore sacro della vita umana.
Questa luminosa testimonianza affondava le sue radici nella grande spiritualità di questa mamma felice, che armonizzava, con semplicità ed equilibrio, i suoi doveri di madre, di moglie e di medico. La famiglia era il centro della sua vita, ma irradiava il suo amore anche nella professione medica, nell’amicizia e nel venire incontro a chi era nel bisogno, i primi elementi della sua spiritualità li aveva appresi dall’esempio dei suoi genitori, che erano molto religiosi e persone di preghiera.

La sua spiritualità fu poi approfondita e rafforzata nel corso degli Esercizi Spirituali ai quali partecipò all’età di 15 anni,

nei quali fece il proposito di vivere fedelmente da cristiana e di dedicare ogni giorno spazio a Dio nella preghiera e all’apostolato nell’Azione Cattolica. Decise di diventare medico per offrire un servizio qualificato alle persone sofferenti. Considerava questa professione una missione da vivere come un servizio agli altri. Fin dagli anni della giovinezza Gianna Beretta portava in cuore grande interesse e amore per le missioni. Ad un certo punto pensava di andare come medico missionario in Brasile e così aiutare il fratello Padre Alberto, che era missionario laggiù. La Provvidenza dispose invece che incontrasse l’Ing. Pietro Molla, col quale, poco più di un anno dopo, si sposò all’età di 32 anni.
In occasione del rito del Matrimonio, il celebrante, che era suo fratello Padre Alberto, le disse nell’omelia:

“Gianna, ti indico come modello a cui ispirarti la nostra mamma, ora defunta. Ricordi come era sempre dolce, sorridente, paziente, attiva e quanto pregava nei momenti di gioia come in quelli del dolore. Ogni mattina, fosse bel tempo o piovesse, conduceva noi bambini a Messa e faceva sempre la Comunione”. Gianna Beretta Molla fu quindi una vera madre cristiana, figlia di genitori altrettanto cristiani. Che
cosa insegna a noi questa mamma?

Ci insegna ad amare la famiglia con spirito cristiano. Grande è il valore della famiglia.
Essa è l’istituzione cardine della convivenza e corrisponde alla natura più intima e pro- fonda della persona umana. La famiglia è stata creata da Dio all’inizio dell’umanità per la nostra felicità e come sostegno per una vita serena ed equilibrata. È il luogo dove si ap- prendono i valori che poi ci accompagnano nell’intera esistenza. Nessun’altra istituzione ha un peso così influente sul futuro del mondo e il bene delle persone e della società come la famiglia.

Gianna Beretta Molla inoltre ci insegna a sentirci responsabili davanti a Dio ed a dare a lui il primo posto nella nostra vita. Nell’odierna società, purtroppo, la fede in Dio è esposta a forti venti contrari e tende ad affievolirsi come una fiamma che è poco alimentata.

Correnti di pensiero e stili di vita vanno in senso opposto alla concezione cristiana della vita e della società, modificando pian piano mentalità, sensibilità e costumi. Ma col venir meno della luce che viene da Dio, l’umanità rimane senza orientamento e non trova più
il consenso sui valori sui quali costruire il futuro. Nella società odierna sono molti i motivi di preoccupazione: è vivamente sentita la crisi economica e finanziaria che pesa sulle famiglie; fa soffrire la pandemia del Covid che dopo tre anni non è ancora superata;

da 7 mesi si è aggiunta anche la guerra della Russia contro l’Ucraina, che porta in tutta Europa conseguenze devastanti. Ma vi è nel nostro tempo un altro grave problema: la mancanza di fede in Dio. E il peggio è che questa mancanza di fede non è avvertita come una mancanza.
Nonostante tutto nel cuore umano c’è nostalgia di Dio. Da quando l’uomo e la donna esistono sulla terra, sono alla ricerca di Dio, perché Dio ha iscritto se stesso nel cuore umano. In qualche senso possiamo dire che Dio ha posto la sua firma nel cuore umano.

S. Agostino, più di altri, ha interpretato questo con la famosa espressione: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto fino a quando non riposi in Te” (Confessioni, 1). Un autore pagano, Plutarco, secoli prima di Cristo diceva di avere visto città senza mura, città senza tribunali e senza fiori, ma di non avere mai visto una città senza templi, perché la dimensione religiosa fa parte della natura umana. Lo spirito religioso appartiene al nostro DNA umano.

Ogni uomo ed ogni donna da sempre sentono la presenza di qualche cosa che è superiore, che sfugge, ma che ognuno intuisce come esistente. Sentono che il cielo non può essere vuoto e che l’ordine e la logica razionale, che vi è nel creato, esigono che dietro vi sia il disegno di una grande intelligenza. C’è qualcuno sopra di noi, che tiene in mano le sorti di questo mondo. Si pensa di poter realizzare la propria felicità senza Dio e di poter fare qualche cosa di buono senza Dio. È una illusione. La realtà è che dove Dio scompare l’uomo non diventa più grande. Il fondamento della dignità e della grandezza umana è Dio. Lontano da Dio, l’uomo smarrisce se stesso e gli egoismi e gli interessi di
gruppo prendono il predominio.
L’oblio di Dio porta alla negazione dell’uomo, della sua dignità e dei suoi diritti. è anche la negazione dell’etica, perché senza Dio l’uomo e la donna non hanno più principi che illuminano il cammino della vita; non hanno principi che guidano. Dove non c’è posto per Dio, l’uomo non è rispettato. Sena Dio crolla il principio della razionalità e il fondamento dell’etica. L’esclusione di Dio porta ad una visione riduttiva della persona umana e del suo destino. Senza Dio l’uomo non realizza se sesso né migliora la società.

Paolo VI nell’Enciclica “Populorum Progressio” ha scritto che l’uomo può costruire questa città terrena senza Dio, ma senza Dio l’uomo finisce per costruire questo mondo contro il vero bene dell’uomo e della donna. Quando Dio è assente, una società non trova più la
forza di anteporre i valori ai propri interessi e al proprio egoismo. La prima necessità del nostro tempo, pertanto, è quella di riportare Dio nel mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio.

Ai tanti problemi di oggi non sarà possibile trovare soluzioni adeguate se non si metterà al centro Dio. Dal disordine e dai problemi, che si sono creati sotto il cielo, sarà possibile uscirne soltanto se l’umanità tornerà a guardare al cielo e se le coscienze si sentiranno responsabili davanti a Dio.

Incontrare Dio nella fede non fa evadere dalla storia e dagli impegni della quotidianità.

Anzi, la luce che viene dall’alto è stimolo ad adempiere i propri doveri su questa terra con serietà e con senso di responsabilità. L’adesione a Dio nella fede non è in contrasto con le esigenze della vita moderna, anzi deve diventare la linfa e il fermento propulsore di un avvenire più giusto, più umano e più felice. La fede non è un intralcio o un ostacolo che ci impedisce di gustare la vita, ma è promessa e garanzia di vita che va oltre il tempo, e aiuta anche ad affrontare con serenità le sfide del cammino nel tempo della vita. Al contrario, soltanto se la misura della nostra vita è l’eternità, anche la vita su questa terra è bella e importante. La certezza della vita eterna rende felice la vita terrena. Perdere il senso del nostro destino eterno è perdere l’aspetto più bello del vivere e la ragione più alta del nostro donarci.
L’0esempio della spiritualità di Santa Beretta Molla illumini il cammino della nostra vita e dell’umanità. Ci aiuti a rendere le nostre famiglie caldi nidi di affetto, in ci si vuole bene e ci si aiuta. Interceda anche perché, come Lei, sappiamo dare spazio a Dio nella nostra mente e nel nostro cuore.
Card. Giovanni Battista Re